Prima ancora del IV secolo dopo Cristo, certamente è stato solennemente ricordato il giorno in cui Gesù entrò gloriosamente a Gerusalemme, accolto da una folla festante che, come ci racconta il Vangelo, agitava rami di palma al suo passaggio.
È stato proprio quest'atteggiamento della folla di Gerusalemme a dare il nome all'ultima domenica di Quaresima: la Domenica delle Palme, giorno che, sia per la chiesa che per il popolo, da inizio alla Settimana Santa.
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Le Palme e gli Ulivi
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Una antica tradizione, oramai diffusa in gran parte del mondo Cristiano, vuole che una foglia di palma o un rametto d'ulivo siano custoditi in ogni casa, per favorire la pace e la serenità della famiglia.
A Caltanissetta, come in altri comuni, questa tradizione si intreccia con una antica opera artigianale, gelosamente tramandata da padre in figlio. Infatti, i rami delle "palme femmine" vengono raccolte non ancora mature mesi prima della Settimana Santa e fatte seccare al buio. Solo qualche giorno prima della Domenica delle Palme vengono abilmente intrecciate dalle mani virtuose di artigiani locali con una sorprendente tecnica, che da vita a varie forme.
La Domenica delle Palme la città brulica di immancabili venditori di queste grandiose opere; specialmente nel centro storico sono tante le bancarelle o i carretti in cui si vendono le palme e i rami d'Ulivo che, con quell'inconfondibile odore di primavera, sono addobbati da nastri e avvolti da carta colorata.
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LA FESTA DI GESU' NAZARENO
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LA FESTA DI GESU' NAZARENO
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L'animazione tipica della festa nel tardo pomeriggio è data dalla processione di Gesù Nazareno, un corteo curioso; la secolare statua di Gesù Nazareno infatti, non viene condotta in processione a spalla o trainata su un semplice carrello, bensì viene condotta per le principali vie del centro su di una colorata barca di fiori, in dialetto siciliano chiamata "l'abbarcu" (dal nome locale del fiore principalmente impiegato in questa realizzazione).
È con questa festa che a Caltanissetta si vuole rievocare l'entrata di Gesù a Gerusalemme.
.La processione
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Quella della Domenica delle Palme è una processione molto suggestiva e festosa, un arcobaleno di mille fiori e di mille luci che, come per incanto, rivestono ogni anno le vie del Centro Storico, dopo essere stato un anno in attesa di questo evento.
Nei giorni che precedono la domenica delle palme, numerosi contadini vanno a raccogliere nei campi fiori tipici di questo periodo: le mimose, le margherite, i ciclamini, le gerbere, semplici fiori di campo e appunto l'abbarcu.
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Sin dalle prime ore del mattino, gli organizzatori della processione intrecciano a uno ad uno, come in un mosaico, tutti questi fiori, fino a formare una barca su cui si porterà in processione la bellissima statua, dai nisseni chiamata "Gesù Nazareno", che ha le vesti di stoffa e numerosi ex voto, segno dei tanti devoti.
Il lunghissimo procedimento dell'allestimento della barca termina nel pomeriggio.
Al tramonto Gesù Nazareno, sulla sua bellissima imbarcazione, esce con difficoltà dal piccolo e basso portone del cortile della biblioteca comunale. Con questo passaggio è come se, oltrepassando quel portone, si voglia rievocare l'entrata di Gesù attraverso le porte della città di Gerusalemme.
Un potente mortaretto viene acceso e sparato in aria, annunciando ai presenti l'inizio della processione.
Da quel portone Gesù Nazareno scende in modo imponente la discesa che porta alla biblioteca, e, in mezzo a una devota folla festante, percorrerà le principali vie del centro storico. Il corteo viene accompagnato dalle due bande musicali cittadine e dai bambini che con palme e rami d'ulivo aprono la via al simulacro; partecipano anche alla processione, in rigoroso abito, i componenti della confraternita organizzatrice della processione, con in mano i "bilannuna" (grossi ceri).
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In tarda serata il simulacro, dopo aver percorso le vie del centro storico, arriva alla chiesa di Sant'Agata, e in maniera imponente e straordinaria l'abbarcu viene portato a spalla sin dentro la chiesa.
È uno spettacolo di elevatissimo valore mistico, bellissima la sua ascesa per le scale ripide che portano alla chiesa.
Poco prima di entrare completamente e sparire alla vista dei fedeli, un meraviglioso spettacolo di fuochi d'artificio attira lo sguardo della folla, mentre il rimbombo della tradizionale "maschiata" fa sussultare il cuore dei devoti che salutano Gesù Nazareno con un caldo applauso.
Si conclude in questa maniera, così grandiosa e particolare, la prima giornata della settimana santa a Caltanissetta.
La processione della Domenica delle Palme è stata voluta diversi secoli fa dai contadini che, rimasti fuori dalle processioni della Settimana Santa, vollero fortemente una processione da protagonisti.
Un tempo però, la processione della Domenica delle Palme si svolgeva in maniera completamente diversa rispetto a come avviene oggi.
Infatti, nel primo pomeriggio veniva portato in processione un sepolcro costruito con fiori intrecciati, detto "u sipulcru di sciuri", con all'interno Gesù morto; i fiori volevano proprio testimoniare il prezioso lavoro di quei contadini che con tanta cura li avevano coltivati.
Solo successivamente, intorno all'anno 1870, il barone Vincenzo Di Figlia di Granara, fece notare che era ingiusto far vedere Gesù morto proprio il giorno in cui gloriosamente entrava a Gerusalemme; così, grazie all'incoraggiamento del barone, venne commissionata ad un ignoto artigiano locale l'attuale statua che per un solo anno si portò in processione, semplicemente addobbata con i fiori.
Ma l' idea iniziale venne a cadere; la sola statua non permetteva più la presenza traboccante dei fiori, segno dei contadini, e così si pensò di mettere Gesù in groppa ad un asino di fiori, ma l'idea, essendo abbastanza buffa, non fu nemmeno attuata.
Così si decise di portare in processione Gesù in una barca di fiori, proprio perché Lui è stato da sempre un pescatore: il Pescatore di Anime.
.- Testo tratto da "I Riti della Settimana Santa a Caltanissetta" di Francesco Miceli.
- Foto di Salvatore Iacona.