Una delle figure più legate a questa processione è certamente lo scultore e intagliatore Salvatore Capizzi, "Don Turidduzzu", come era affettuosamente chiamato dagli amici.
Nato l' 1 Gennaio 1907, essendo orfano di padre, visse a Caltanissetta con la madre, Cardella Lucia che, lavorando presso una famiglia agiata, allevò il figlio.
Sin dalla sua primissima infanzia si dilettava nella costruzione di statuette d' argilla ed intagliava sagome in legno. La sua formazione artistica l' ebbe probabilmente grazie a due signori, secondo i ricordi del figlio; si trattava di un notaio ed un avvocato che, vedendo le opere del bravo aspirante artista, dopo le scuole elementari si interessarono a mandarlo a fare da garzone di bottega ad un loro amico a Palermo. È proprio dentro questa bottega che il Capizzi riceve la sua prima formazione artistica; successivamente, tornato a Caltanissetta, incominciò immediatamente a lavorare, aprendo la sua bottega in via Angeli.
Diverse furono le opere realizzate in quel periodo: primo tra queste fu un gigantesco stemma della città, che ancora oggi fronteggia in maniera imponente il palazzo della provincia in Viale Regina Margherita.
Tra gli altri lavori furono realizzate diverse lapidi e diversi capitelli che realizzò in marmo per le cappelle gentilizie del Cimitero. La sua vera e grande passione era però per le Varicedde, con cui esprimeva la sua massima ispirazione alle figure sacre e ai lavori del Rubens, dalle cui opere sono ispirate tante Varicedde.
Realizzò ben dieci Varicedde tra il 1933 e il 1965 e per tantissimi anni fece parte del comitato organizzatore della processione. Realizzando le Varicedde si cimentò anche nella scultura del legno, come nel portico della cena, nell' Urna e nei baiardi delle stesse.
A seguito di questi lavori ebbe commissionati diversi lavori: a Sutera, Gela e Mussomeli restaurò numerosissime statue ed affreschi; paesi dove il Capizzi fu apprezzato per il suo lavoro.
Ciò non accadde a Caltanissetta e, sentendo l'approssimarsi della sua morte, distrusse bozzetti, disegni e tutto ciò che era rimasto del suo lavoro. Per il suo carattere modesto, non è stato conosciuto come realmente meritava; si spense il 28 Aprile 1991 ad 84 anni.
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- Testo tratto da "I Riti della Settimana Santa a Caltanissetta" di Francesco Miceli.